La tragedia della donna che ha ucciso il marito: il processo davanti alla Corte d’Assise

Il 25 gennaio di un anno fa, Caryl Menghetti ha ucciso il marito Diego Rota con 17 coltellate, convinta che fosse un pericoloso pedofilo per la loro bambina. Dopo l’udienza, i familiari di entrambe le parti si abbracciano e si scambiano parole di conforto. Il processo davanti alla Corte d’Assise non si concentra sulla colpevolezza, ma sulla pericolosità sociale dell’imputata. Tutti i periti e consulenti concordano sul vizio totale di mente di Caryl, ma la questione principale è se sia ancora pericolosa per la società. Il pm chiede una nuova perizia, mentre l’avvocato della donna sostiene che sia migliorata grazie alle cure farmacologiche. Il processo ha anche messo in luce la fragilità del sistema della salute mentale, con la psichiatra dell’ospedale di Treviglio indagata per omicidio colposo. La storia di Caryl ha distrutto due famiglie e aperto un dibattito sulla gestione dei disturbi mentali. La donna aveva avuto un attacco psicotico nel 2020 e, nonostante le cure, ha ucciso il marito. La vicenda è segnata da dolore e tragedia, con la donna che ha perso un gemello durante la gravidanza. Il processo continuerà il 14 febbraio, con l’imputata pronta a raccontare la sua versione dei fatti.

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