Sempre più persone decidono di portare le proprie controversie con le aziende davanti ai tribunali, denunciando situazioni di sfruttamento, licenziamenti ingiustificati o molestie sul posto di lavoro. Ogni giorno si registrano oltre 35 nuove cause, un segnale evidente del peggioramento delle relazioni professionali. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto sulla giustizia nel distretto della Corte d’Appello di Milano, che comprende anche Como, Varese, Pavia, Lodi, Lecco e Sondrio. Nel corso del 2023, sono stati aperti più di 10.800 procedimenti relativi a questioni lavorative, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente. Quasi un terzo di tutte le controversie civili affrontate dai giudici riguarda proprio il mondo del lavoro.

Nonostante la carenza di personale rispetto alle necessità, i tribunali hanno dimostrato un’elevata efficienza, riuscendo a chiudere più di 10.000 vertenze in un solo anno. I tempi per giungere a una decisione sono stati ridotti: in media sono necessari 159 giorni, un netto miglioramento rispetto ai 183 giorni registrati nel 2022. Le cause di questo aumento sono da ricercare nella precarietà crescente e nei bassi salari che caratterizzano molte posizioni lavorative. Tra le questioni più frequentemente affrontate ci sono le richieste di miglioramento delle condizioni dei rider, le difficoltà dei corrieri e le criticità nei contratti delle cooperative. Anche gli appalti, gestiti talvolta in modo poco trasparente, sono al centro di numerosi contenziosi, segno di un sistema sempre più fragile e complesso.

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