Binasco (Milano), 29 gennaio 2025 – Dopo aver lasciato il campo dove è stato allestito il presidio permanente vicino alla rotatoria del McDonald’s, gli agricoltori si sono messi in marcia in ordine e in fila indiana verso Milano. Hanno preso l’ex statale 35 dei Giovi e attraverseranno Zibido, Rozzano, costeggiando il Naviglio Pavese fino ad arrivare alla circonvallazione che percorreranno fino a raggiungere Regione Lombardia. Il corteo di trattori è scortato dalle forze dell’ordine e causerà inevitabilmente disagi alla circolazione. “Vogliamo incontrare le istituzioni regionali perché la situazione è drammatica. Chiediamo lo stato d’emergenza per il settore”, hanno spiegato i portavoce della protesta. Ma quali sono i motivi di questa protesta, scoppiata negli ultimi due giorni?
Il presidio degli agricoltori nel piazzale vicino al McDonald’s di Binasco, vicino al casello autostradale della Milano-Genova
Il malcontento
In realtà, non si tratta di un fulmine a ciel sereno. La rabbia, le preoccupazioni e i problemi del settore agricolo sono una questione di lunga data. Negli ultimi mesi, questi problemi si sono aggravati per gli imprenditori, viticoltori e allevatori lombardi e di tutta Italia. Il carovita dei prodotti al consumo (latte, pane, pasta, riso…) ha ridotto le possibilità di spesa dei consumatori, insieme al costo delle materie prime (compreso il carburante), alle condizioni meteorologiche (la pioggia in Lombardia, la siccità in Puglia) e al rischio di danni da parte della politica internazionale, come i dazi minacciati da Trump e il potenziale accordo tra Mercosur e Unione Europea. Gli agricoltori chiedono di poter lavorare in pace, garantire la qualità dei loro prodotti e non vedere i loro margini di guadagno ridursi costantemente. È per questo che si sono riuniti sotto la sigla Ral, Riscatto agricolo Lombardia.
Le ragioni della rabbia
“Negli ultimi vent’anni – racconta un agricoltore – il 50% delle imprese agricole ha chiuso a causa dei costi di produzione. I nostri prodotti vengono pagati troppo poco rispetto ai costi di produzione e i consumatori sono costretti a pagare sempre di più. È necessario rivedere l’intera filiera, perché il sistema attuale non è sostenibile. Dobbiamo accorciare la filiera per valorizzare le materie prime e aumentare gli introiti dei produttori, senza gravare sui consumatori”. Nel Pavese, il presidio degli agricoltori, che si è stabilito vicino al casello dell’autostrada Torino-Piacenza, continuerà per tutta la settimana, in attesa di risposte.