L’ex direttore generale della Sanità della Lombardia, Carlo Lucchina, è stato condannato in appello a pagare all’erario circa 175 mila euro che la Regione aveva dovuto risarcire a Beppino Englaro. Quest’ultimo aveva chiesto di interrompere il trattamento che manteneva in vita la figlia Eluana, ma Lucchina aveva impedito questa decisione per una sua personale concezione del diritto alla salute.

La Corte dei conti ha stabilito che Lucchina ha violato i propri doveri di servizio e pertanto dovrà pagare i danni subiti dalla famiglia Englaro, comprese le spese per il ricovero in Friuli dove Eluana si spense nel 2009. Nonostante la Cassazione e la Corte d’appello di Milano avessero autorizzato l’interruzione del trattamento, Lucchina si oppose e firmò una nota in cui affermava che i sanitari che avessero sospeso l’alimentazione artificiale sarebbero venuti meno ai loro obblighi professionali.

Beppino Englaro, padre di Eluana, ha commentato la sentenza dicendo che la Lombardia ha posto solo ostacoli senza permettergli di dare corso alla volontà della figlia. Ora, Lucchina potrà fare ricorso in Cassazione, ma Englaro ha dichiarato che la legalità deve essere rispettata e che coloro che hanno sbagliato devono rispondere delle proprie azioni.

In conclusione, la decisione della Corte dei conti rappresenta un passo importante verso la giustizia per la famiglia Englaro e per il rispetto delle decisioni personali in materia di salute. Speriamo che casi come questo possano portare a una maggiore consapevolezza e rispetto dei diritti individuali nel sistema sanitario.

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