Un giovane di 19 anni, nato a Cremona da genitori stranieri, è stato condannato a un anno, 8 mesi e 1800 euro di multa, con la sospensione condizionale della pena, in seguito ad un processo con rito abbreviato davanti al gup con l’accusa di tentata rapina aggravata. L’imputato era in compagnia di tre minorenni che avevano cercato di rubare un marsupio griffato ad un minorenne italiano. L’episodio è accaduto il primo ottobre del 2022 alla stazione degli autobus di via Dante, dove i quattro componenti della baby gang erano stati arrestati dai carabinieri. Il 19enne era finito agli arresti domiciliari, poi il suo legale Paolo Brambilla era riuscito a fargli ottenere la misura più lieve dell’obbligo di dimora. Tuttavia, il ragazzo, che quindi non poteva allontanarsi da Cremona, aveva preso il treno per raggiungere Milano, venendo beccato e trovato con un coltellino, venendo rimesso ai domiciliari.

La vittima era arrivata a Cremona in treno insieme ad un amico per incontrarsi con due ragazze cremonesi. I quattro si erano seduti sui gradini del parcheggio, quando un giovane si era avvicinato per poi allontanarsi e tornare poco dopo con altri tre. Mentre il 19enne faceva da palo, i tre minori si erano avvicinati al coetaneo, minacciandolo e chiedendogli di consegnare loro il suo marsupio, contenente portafogli, documenti, telefono e 20 euro. Volevano indossarlo e scattare con il suo cellulare una foto da pubblicare su Instagram. Il ragazzino si era rifiutato, scatenando la reazione violenta degli altri giovani, che lo avevano spintonato e strattonato, ma lui era riuscito comunque ad evitare di farsi portare via il marsupio, facendo allontanare gli aggressori.

Le ricerche dei carabinieri avevano consentito di individuare immediatamente uno degli autori in via della Vecchia Dogana, mentre un secondo era stato fermato poco dopo vicino allo stadio. Poi il cerchio si era chiuso con l’arresto di tutti e quattro i ragazzi. Ora il giovane di 19 anni è libero, ma l’episodio rimane un esempio di come alcune baby gang possano costituire una minaccia per la sicurezza pubblica e il benessere sociale.

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