Una giovane insegnante di Milano si è vista sospesa dal lavoro e esclusa dalle graduatorie provinciali di supplenza a causa di una serie di sospensioni in tre diversi istituti scolastici. La docente, che ha iniziato la sua carriera nel 2016 senza mai ricevere contestazioni sul suo operato, ha iniziato ad avere problemi durante l’anno scolastico 2020-2021, quando è stata accusata di errori durante la didattica a distanza, nella firma del registro e di condotte “irriguardose” verso i colleghi. Questi problemi hanno portato a due sospensioni e alla successiva esclusione dalle graduatorie.

Il suo avvocato difensore ha spiegato che la giovane soffriva di disturbi psicologici, come attacchi di panico e stati d’ansia, che la portavano a comportarsi in modo aggressivo e irrispettoso. Nonostante assumesse psicofarmaci su prescrizione medica, non ha mai reso ufficiali le sue patologie alla scuola per paura di essere giudicata. Anche nei successivi incarichi, la situazione non è migliorata, portando a ulteriori sospensioni e infine al licenziamento.

L’avvocato ha sottolineato che la giovane insegnante, ora stabilizzata grazie a un nuovo percorso terapeutico, ha accumulato esperienza positiva nei primi anni di lavoro e che le sue condotte successive non possono essere considerate dolose o colpose. Ha quindi impugnato le sanzioni come eccessivamente punitive, chiedendo l’annullamento delle decisioni prese nei confronti della sua assistita.

La giovane docente rischia ora di essere tagliata fuori dal mondo del lavoro, nonostante la sua passione per l’insegnamento e la sua volontà di migliorarsi. Spetta ora al giudice del lavoro valutare la situazione e decidere sul futuro della giovane insegnante.

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