Il racconto “L’altro dolore e Brianza” dello storico e ricercatore di Triuggio, Angelo Cecchetti, ci invita a riflettere sui tempi moderni e sul concetto di dolore. Non si tratta del dolore fisico, ma dell’altro dolore, quello che può attanagliare ognuno di noi in modo diverso in base alla propria sensibilità. Ciò che fa rattristare può essere qualcosa di semplice, come non poter accontentare una piccola richiesta di un bambino per motivi di salute. Non esiste una scala per misurare questo tipo di dolore, ognuno lo vive in modo unico.

Il testo ci invita a riflettere su coloro che non apprezzano il proprio territorio, che cercano sempre di avere di più, che non vedono l’importanza dell’armonia e che non si accontentano mai di ciò che hanno. Questa riflessione non è adatta a tutti, ma può portare a una maggiore consapevolezza e apprezzamento per ciò che ci circonda.

Il dolore è una brutta parola che può stimolare i sensi, l’anima e il sentimento. Può essere il pianto che si schiaccia contro il seno di una persona amata, o la goccia di pioggia che si perde sull’asfalto. Ognuno di noi ha vissuto o vivrà il dolore in modi diversi, ma è importante cercare di trovare un significato in esso e aggrapparsi alla fede per avere speranza.

Il testo invita anche a riflettere sul concetto di ringraziamento e di accettazione della propria situazione. Non sempre è necessario cercare di avere di più, ma è importante imparare ad essere contenti con ciò che si ha. Questa riflessione ci spinge a guardare oltre l’apparenza e a cercare la bellezza e la semplicità nelle cose che ci circondano.

Il testo completo del racconto è disponibile sul Giornale di Carate in edicola a partire dal 24 settembre 2024.

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