Una giovane attivista ambientalista è stata condannata per resistenza a pubblico ufficiale dopo essere stata arrestata lo scorso agosto a Gallarate. La sentenza, emessa oggi dal tribunale di Busto Arsizio, ha inflitto alla ragazza una pena di un mese e 23 giorni con la condizione della pena sospesa e senza menzione. Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche prevalenti e ha anche ammesso che l’imputata agisse per motivi di particolare valore morale o sociale.

La giovane ha spiegato di aver preso parte a un’occupazione di un’area verde a Gallarate per protestare contro la sua distruzione per la costruzione di un nuovo edificio scolastico. Durante lo sgombero dell’area, la ragazza ha esercitato resistenza passiva, ma è stata accusata di aver strattonato e dato un calcio agli agenti di polizia presenti. Nonostante l’accusa di resistenza attiva, la solidarietà degli attivisti ambientalisti è stata evidente durante il processo, con un presidio pacifico di manifestanti che hanno esposto uno striscione con la scritta “Libero il bosco, libera Vero”.

Alla fine dell’udienza, la ragazza è stata rilasciata e ha potuto tornare libera. La sua condanna, seppur lieve, rappresenta comunque un segnale di come le azioni a difesa dell’ambiente possano essere considerate e trattate dalle autorità. La lotta per la salvaguardia delle aree verdi e della natura continua, nonostante le difficoltà e le sfide che si possono incontrare lungo il cammino.

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