Il riciclaggio di denaro sporco attraverso l’emissione di fatture false ha portato a condanne e patteggiamenti in un’inchiesta che coinvolgeva una famiglia di rottamai a Desio. Le accuse riguardano associazione a delinquere, riciclaggio e autoriciclaggio per un ammontare di 57 milioni di euro, di cui parte sarebbe stata destinata anche alla Cina. L’indagine della guardia di finanza di Seregno ha evidenziato un sistema di evasione fiscale che coinvolgeva società estere, tra cui alcune cinesi, anziché i tradizionali paradisi fiscali. Le fatture false emesse da imprese italiane fittizie venivano saldate dai “clienti” con pagamenti a società ‘cartiere’, che poi bonificavano gli importi a imprese estere. Successivamente, i soldi venivano prelevati in contanti dai conti esteri e trasportati in Italia per essere reinvestiti, con una commissione del 2% per il servizio di “schermo fiscale”. Oltre ai condannati, ci sono altri 85 indagati, alcuni dei quali hanno ottenuto la restituzione di ingenti somme di denaro a seguito del ricorso al Tribunale del Riesame di Monza. Alcuni fatti, invece, rischiano di prescriversi a causa del tempo trascorso.

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