Il femminicidio è un fenomeno che continua a suscitare indignazione e dolore in Italia. L’ultima vittima di questa terribile violenza è stata Giulia Tramontano, uccisa dal suo compagno Alessandro Impagnatiello. L’autopsia ha rivelato che la ragazza è stata colpita con 37 o forse 40 coltellate, di cui due mortali al collo. Non ha avuto alcuna possibilità di difendersi, ma fortunatamente il feto che portava in grembo non è stato colpito.

Le ferite si concentrano sulla parte alta del corpo di Giulia e sembrano compatibili con il coltello indicato dal femminicida reo confesso. Tuttavia, ci sono ancora ulteriori accertamenti da fare per stabilire con precisione l’orario della morte e verificare la presenza di sostanze tossiche nel corpo della vittima.

Ciò che ha reso ancora più atroce questo omicidio è il tentativo di Impagnatiello di bruciare il cadavere di Giulia. Un gesto che dimostra la sua totale mancanza di rispetto per la vita umana e per la donna che gli aveva dato la possibilità di diventare padre.

Questa tragedia ci ricorda ancora una volta l’importanza di combattere la violenza di genere e di proteggere le donne dalla violenza domestica. Non possiamo più accettare che queste atrocità continuiamo ad accadere e dobbiamo fare tutto il possibile per prevenirle e punirle. Giulia non sarà mai dimenticata e la sua morte deve essere un monito per tutti noi.

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