La consigliera regionale Roberta Vallacchi ha recentemente denunciato il sovraffollamento della prigione di Lodi, sottolineando che attualmente ospita oltre ottanta detenuti quando potrebbe contenere solo quaranta. Questa situazione ha portato a gravi problemi, come il caso del trentunenne di nazionalità brasiliana che è deceduto all’interno della prigione di via Cagnola. Nonostante siano in corso indagini per determinare le cause esatte della sua morte, è stato escluso che sia avvenuta per cause esterne come un’aggressione.

Il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria ha confermato che il detenuto è morto a causa di un’emorragia interna determinata da cause naturali. Il trentunenne era stato trasferito alla prigione di Lodi solo pochi giorni prima, per motivi di ordine e sicurezza. La notizia della sua morte è stata diffusa da Andrea Ferrari, segretario provinciale del Pd e volontario presso l’istituto di pena.

La situazione critica delle carceri italiane, con il sovraffollamento e la mancanza di posti disponibili, è un problema che deve essere affrontato urgentemente. Vallacchi ha sottolineato che molti detenuti tossicodipendenti potrebbero beneficiare di pene alternative, come la cura in comunità terapeutiche, per alleggerire il sovraffollamento delle carceri. Tuttavia, la carenza di posti disponibili rende difficile l’accesso a queste soluzioni alternative.

È necessario trovare una soluzione a questo problema per garantire condizioni dignitose all’interno delle carceri e per evitare situazioni tragiche come quella del trentunenne brasiliano deceduto a Lodi. La sicurezza e il rispetto dei diritti umani dei detenuti devono essere una priorità per le istituzioni competenti.

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