Condannato Graziano Gobba per l’incendio dell’Alpe Brenta di Garzeno, mentre il figlio Omar è stato assolto. Il Tribunale di Como ha emesso una sentenza di 2 anni e 8 mesi per il padre, accusato di aver appiccato un incendio che ha distrutto centinaia di ettari di montagna. Il figlio, invece, è stato scagionato dalle accuse in quanto ha dimostrato di essere stato al lavoro in Svizzera al momento dei fatti.

Le prove presentate dal pm e dai Carabinieri Forestali sono state ritenute sufficienti dal giudice per condannare Graziano Gobba. Testimonianze, intercettazioni e il tracciamento del cellulare dell’imputato hanno contribuito a dimostrare la sua colpevolezza. Il movente dell’incendio sembra essere legato al tentativo di ripulire i terreni da erbacce dopo una decurtazione del contributo regionale.

La difesa ha cercato di confutare le prove presentate, sostenendo che le intercettazioni non erano indicative di nulla e che la descrizione della macchina utilizzata era errata. Tuttavia, il giudice ha ritenuto che le prove fossero sufficienti per una condanna.

La sentenza ha portato sollievo al figlio di Graziano Gobba, che è stato assolto e ha dimostrato la sua estraneità ai fatti. La vicenda ha messo in luce l’importanza delle prove e della corretta valutazione degli elementi in un processo giudiziario.

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