Il Processo Adriatici è tornato in aula con la difesa dell’ex assessore leghista del Comune di Voghera che si affida a un Neuropsichiatra forense per dimostrare la sua innocenza riguardo all’omicidio di Younes El Boussettaoui.
Durante l’udienza, il perito ha sottolineato che le azioni dell’imputato non sarebbero state premeditate, ma scaturite da una situazione di stress che lo avrebbe portato ad agire in modo inconsapevole. L’ex assessore è accusato di eccesso colposo di legittima difesa per la morte di Younes El Boussettaoui, avvenuta il 20 luglio 2021.
Il perito ha spiegato che in situazioni di pericolo, come quella vissuta da Adriatici, le azioni possono essere automatiche e incontrollate. Anche il gesto di premere il grilletto della pistola sarebbe stato dovuto a un’azione inconsapevole.
Il Pubblico Ministero ha messo in dubbio le affermazioni del perito, sottolineando che di solito un primo colpo di pistola è seguito da un secondo sparo, cosa non avvenuta nel caso di Adriatici. Gli avvocati della famiglia della vittima hanno sottolineato che il gesto di Younes El Boussettaoui potrebbe essere stato un riflesso automatico scatenato dalla visione della pistola mostratagli da Adriatici.
Il video registrato da un passante mostra l’ex assessore leghista chiedere se qualcuno ha visto Younes El Boussettaoui avvicinarsi con l’intenzione di colpirlo. Secondo la famiglia della vittima, ciò non coincide con le dichiarazioni di Adriatici, il quale ha affermato di non ricordare nulla di quanto accaduto quella sera. Il perito ha spiegato che si tratta di un ricordo non reale generato dalla percezione della persona coinvolta.

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