Manfrinati in carcere per stalking: la tragica vicenda di Varese

Marco Manfrinati, l’ex avvocato quarantenne che lo scorso 6 maggio ha commesso un terribile omicidio a Varese, è stato posto in custodia cautelare in carcere anche per stalking. Un anno fa, la misura era stata respinta dal Gip del Tribunale di Varese, ma ora il giudice Luciano Luccarelli ha deciso diversamente, considerando l’urgenza di rivalutare la situazione.

La vicenda risale al 6 maggio, quando Manfrinati ha aggredito la sua ex moglie e il suo ex suocero con venti coltellate, uccidendo quest’ultimo. Nonostante avesse un provvedimento di divieto di avvicinamento, l’uomo ha violato la restrizione e ha compiuto l’aggressione, causando una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità.

L’ex suocero, Fabio Limido, ha cercato di difendere la figlia a mani nude, ma è stato ucciso nel tentativo. L’ex moglie, Lavinia Limido, è riuscita miracolosamente a sopravvivere. La situazione ha scosso profondamente la città di Varese, che si è riunita in un’importante iniziativa di solidarietà per Lavinia e per condannare la violenza sulle donne.

La mamma di Lavinia, Marta Criscuolo, ha dichiarato che la figlia sta lottando con tutte le sue forze. L’intera comunità si è stretta intorno alla famiglia Limido, esprimendo solidarietà e incoraggiamento. Ancora non è stata fissata la data dei funerali di Fabio Limido, ma è certo che sarà un momento di commozione per tutta la città.

La decisione della custodia cautelare in carcere per Manfrinati è un segnale forte contro la violenza e lo stalking. È importante che la giustizia prenda provvedimenti adeguati per proteggere le vittime e prevenire tragedie come quella avvenuta a Varese. La comunità locale si è unita per condannare l’aggressione e per dimostrare solidarietà alle persone coinvolte. Speriamo che situazioni del genere non si ripetano e che la giustizia faccia il suo corso nel rispetto delle vittime.

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