Il tempo di vestirsi va retribuito. L’azienda paghi 5 anni d’arretrati

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la decisione del Tribunale di Lodi a favore di due lavoratori dell’azienda casearia Stella Bianca di Ossago. Questa decisione stabilisce che i tempi di vestizione e svestizione devono essere retribuiti, in quanto fanno parte integrante della giornata lavorativa. I lavoratori, supportati dal sindacato Fisi, hanno ottenuto il pagamento di cinque anni di arretrati.

Dopo l’impugnazione da parte dell’azienda, la Corte d’Appello ha respinto le obiezioni e confermato la decisione a favore dei dipendenti. Ora altri sei lavoratori hanno rivendicato il “bonus vestizione”, due dei quali hanno già raggiunto un accordo con l’azienda. Il sindacato annuncia che altri quattro seguiranno le vie legali per ottenere il giusto compenso per il tempo impiegato per vestirsi prima di iniziare il turno.

La Corte d’Appello ha sottolineato che il tempo di vestizione e svestizione è imposto dalle esigenze di produzione dell’azienda e non può essere considerato come una scelta discrezionale del lavoratore. Inoltre, la tempistica per le operazioni del “tempo tuta” è stata giudicata corretta. Infine, i giudici hanno respinto l’argomento secondo cui le pause e altre indennità compensino già il tempo impiegato per vestirsi.

Questa decisione è un importante passo avanti per i diritti dei lavoratori e dimostra che il tempo impiegato per vestirsi e svestirsi deve essere considerato come parte integrante della giornata lavorativa e quindi retribuito adeguatamente.

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