Un’operazione della Guardia di Finanza di Busto Arsizio ha portato alla luce una situazione di sfruttamento e illegalità in un opificio cinese a Samarate. I lavoratori, molti dei quali risultati privi di regolare permesso di soggiorno, dormivano all’interno dello stesso luogo di lavoro, in condizioni igienico-sanitarie precarie.
L’azienda, attiva da soli tre mesi nel settore della produzione di capi d’abbigliamento per note griffe di moda, operava in totale spregio delle norme, sfruttando manodopera illecita e clandestina. In seguito al blitz della Finanza, diversi cittadini cinesi sono stati identificati e alcuni minorenni sono stati affidati ai servizi sociali del comune di Samarate.
Successivamente sono stati effettuati accertamenti per verificare le autorizzazioni necessarie per l’attività d’impresa, ma è emersa la totale mancanza di titoli abilitativi. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per caporalato, sfruttamento di manodopera clandestina e violazioni in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro.
Anche il proprietario del capannone è stato denunciato per abusivismo edilizio, in quanto i locali dormitorio non erano dichiarati. Si tratta di un caso grave che evidenzia la necessità di controlli più serrati per contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e delle condizioni di lavoro inaccettabili.