La recente scoperta di una fabbrica illegale a Samarate, vicino all’aeroporto di Milano Malpensa, ha suscitato scalpore a livello nazionale. In questo stabilimento, i lavoratori erano impiegati in nero e costretti a vivere all’interno del capannone, in condizioni disumane. Ancora più preoccupante è il fatto che all’interno dell’edificio vivevano anche bambini e adolescenti, nelle stanze ricavate abusivamente, in condizioni di estrema precarietà.
La maggior parte di loro è stata trasferita presso parenti o conoscenti, tranne un dodicenne che è stato temporaneamente ospitato in un alloggio di emergenza dal Comune di Samarate insieme alla madre. Le famiglie all’interno della fabbrica vivevano in cubicoli indecorosi, senza servizi igienici adeguati, con vestiti e cibo ammassati negli stessi spazi. Le aree “residenziali” erano state create in modo abusivo, portando il proprietario dello stabile ad essere denunciato per abusi edilizi insieme all’imprenditore cinese.
Il senatore Alessandro Alfieri ha sottolineato l’importanza di proteggere i diritti dei lavoratori e combattere il caporalato, che colpisce le fasce più vulnerabili della società. Alfieri ha evidenziato la necessità di intensificare i controlli e promuovere iniziative di formazione sui diritti dei lavoratori per prevenire casi simili in futuro.
Un altro aspetto rilevante di questa vicenda è il fatto che la fabbrica abusiva produceva capi di abbigliamento per conto di griffe della moda italiana, che li rivendevano a prezzi elevati. Nonostante la normativa italiana non preveda la completa tracciabilità della filiera produttiva, sono necessari sforzi per garantire una produzione etica e trasparente.
Questa non è stata l’unica situazione del genere nella zona del Gallaratese, con altri casi di fabbriche abusive scoperte in passato. È fondamentale agire con determinazione per contrastare lo sfruttamento e garantire condizioni di lavoro dignitose per tutti i lavoratori.