Ancora una volta i Penalisti di Monza rimangono fermi sulle proprie posizioni, con le braccia incrociate. La loro astensione dalle udienze e dalle attività nel settore penale è un segno di protesta contro il cosiddetto “pacchetto sicurezza”, un intervento legislativo che introduce oltre venti nuovi reati o aggravanti. Secondo i penalisti, questo provvedimento presenta contenuti di dubbia costituzionalità e criminalizza manifestazioni di disagio sociale e dissenso politico.

Le Camere Penali italiane sono preoccupate per questa riforma e ritengono che l’aumento delle pene e l’introduzione di nuovi reati non siano la soluzione adeguata per affrontare il disagio sociale. Inoltre, la situazione drammatica delle carceri italiane, con 79 suicidi nell’anno in corso, non viene affrontata con un approccio adeguato.

Un aspetto centrale della protesta dei penalisti è la critica al “diritto penale del nemico”, che punisce specifici gruppi sociali senza considerare il contesto di emarginazione in cui vivono. Questa riforma sembra inserirsi in questa cornice, promuovendo sanzioni che non hanno effetti deterrenti e che rischiano di esasperare le tensioni sociali.

Gli avvocati di Monza, guidati dal presidente della Camera penale Marco Negrini, agiscono per promuovere i valori fondamentali del diritto penale e del giusto processo penale in una società democratica, senza fare distinzioni politiche. La criminalizzazione delle proteste passive e la mancanza di interventi culturali più ampi rischiano di alimentare il disagio sociale anziché risolverlo.

La protesta dei Penalisti di Monza è un segnale forte contro una riforma che sembra promuovere sanzioni esemplari senza tener conto delle reali cause dei disagi sociali. Speriamo che le istituzioni ascoltino le loro preoccupazioni e che si possa trovare una soluzione che rispetti i principi fondamentali della giustizia e dell’inclusione sociale.

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