I sommozzatori sono spesso chiamati in azione per recuperare persone in difficoltà nelle acque. È successo anche sul lago Ceresio a Porto Ceresio, dove un giovane marocchino di 21 anni è stato recuperato a 18 metri di profondità dai sommozzatori. Il ragazzo si era tuffato ma non era riemerso, lanciando l’allarme tra i suoi amici presenti sulla spiaggia comunale. Sul posto sono arrivati gli specialisti del soccorso acquatico dei vigili del fuoco di Varese, gli aerosoccorritori del reparto volo Lombardia e i sommozzatori del nucleo di Milano. Quest’ultimi hanno individuato il giovane e lo hanno portato a riva, affidandolo al personale sanitario. Le sue condizioni erano disperate, ma grazie alle manovre salvavita è stato trasportato in elicottero all’ospedale San Gerardo di Monza.

Lo stesso giorno, altri vigili del fuoco sono intervenuti per salvare due escursionisti olandesi che avevano smarrito l’orientamento al Sasso del Ferro, sopra Laveno Mombello. Anche in questo caso sono stati impiegati gli specialisti Tas, dell’Imsi Catcher, il personale Speleo alpino fluviale e il Drago 153 del reparto volo Lombardia per individuare e portare in salvo i due escursionisti.

Questi episodi ci ricordano l’importanza di rispettare le norme di sicurezza quando ci si avventura in luoghi potenzialmente pericolosi come le acque profonde o i sentieri di montagna. In caso di emergenza, è fondamentale chiamare subito i soccorsi e non tentare di risolvere la situazione da soli, per evitare ulteriori incidenti o tragedie.

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