La sentenza della Corte d’Appello civile che condanna il Ministero dell’Interno al pagamento di un risarcimento milionario alla famiglia Cabassi, proprietaria dell’immobile occupato abusivamente dal Cento Sociale Leoncavallo, ha riportato alla luce una vicenda emblematica di impunità e tolleranza verso l’illegalità. Questa decisione non colpisce direttamente gli occupanti, ma lo Stato stesso, accusato di non aver mai agito per sgomberare l’area come ordinato.
Il caso del Leoncavallo rappresenta un simbolo di “zona franca”, dove le regole vengono ignorate. Alcuni politici, soprattutto di sinistra, hanno addirittura sostenuto e legittimato questo centro sociale, organizzando incontri e iniziative all’interno dell’edificio occupato.
Il Deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, ha criticato aspramente le istituzioni e i politici che hanno appoggiato il Leoncavallo negli anni. Ha sottolineato la responsabilità politica di coloro che hanno permesso questa situazione e ha chiesto che anche loro ne rispondano.
Il risarcimento milionario che graverà sulle tasche dei cittadini italiani è un segnale della mancanza di azione dello Stato di fronte a queste occupazioni abusive. L’assessore regionale Paolo Franco ha definito il Leoncavallo come un simbolo di illegalità e impunità, sottolineando l’importanza di punire non solo gli occupanti, ma anche chi li sostiene.
Il futuro del Leoncavallo è incerto, ma la sentenza potrebbe essere il punto di svolta per porre fine a queste “zone franche” dove la legge sembra non avere più validità. È necessario un cambiamento per ripristinare la legalità e far rispettare i diritti dei legittimi proprietari. Speriamo che il prossimo tentativo di sgombero previsto per dicembre sia il primo passo verso questo cambiamento.