Sul Lago Ceresio si sta vivendo un vero e proprio problema di sicurezza. Dopo quanto accaduto a Como, anche qui si registra la violazione dei divieti in termini di balneazione. Proprio ieri, nel giorno in cui è stata resa nota la morte di un ragazzo di Turate, recuperato a 18 metri di profondità a Porto Ceresio dopo un tuffo con gli amici, si è tenuto il primo vertice sulla sicurezza del Lago di Lugano.
Il vertice ha visto la partecipazione di prefetti, vertici delle forze dell’ordine, Autorità di Bacino e amministratori delle province di Como e Varese, con l’obiettivo di valutare il servizio di vigilanza e proporre iniziative congiunte.
Secondo i dati riportati, i turisti e i fruitori del Lago Ceresio, in questi mesi, hanno già fatto registrare un flusso che supera del 30% i valori dello scorso anno. Durante il tavolo si è parlato del gran numero di giovani che non rispettano le regole e i divieti posti dal Comune di Porto Ceresio in termini di balneazione. Molti di loro provengono dal sud della provincia attraverso la rete ferroviaria e spesso si assiste alla violazione delle regole con tuffi dalle darsene private, dalle passeggiate e dai pontili pubblici.
Si tratta di un elemento di criticità e forte preoccupazione, alla luce anche dei tragici incidenti che si registrano, come quello accaduto mercoledì.
In questi mesi sono stati effettuati diversi interventi dalle vedette della guardia di finanza e dall’Autorità di Bacino Lacuale, risultati però poco incisivi. Al termine del vertice è stata valutata l’inserimento del Reparto Operativo Aeronavale della guardia di finanza nella linea di allarme quale unica forza di polizia presente sul Ceresio, oltre alla possibilità di prevedere una convenzione con i vigili del fuoco e l’Autorità di Bacino Lacuale del Ceresio.
È necessario intervenire con maggiore forza per garantire la sicurezza di tutti coloro che frequentano il Lago Ceresio, rispettando le regole e prevenendo incidenti potenzialmente mortali.
Lago Ceresio: la sfida della sicurezza per i bagnanti
