Il processo in corso a Varese riguardante gli atti persecutori contro Lavinia Limido e i suoi familiari ha come protagonista indiscusso l’omicidio di Fabio Limido e il tentato omicidio di Lavinia avvenuti il 6 maggio. I testimoni in aula hanno confermato che i fatti avvenuti in quella tragica giornata sono il fulcro di tutto il procedimento giudiziario, che coinvolge persone reali e non solo codici e numeri.
Marco Manfrinati, l’imputato principale, ha mostrato grande lucidità durante la videoconferenza, anticipando il suo esame e dimostrando padronanza delle norme giuridiche. L’avvocato della famiglia, Fabio Ambrosetti, ha sottolineato la gravità dei fatti e la formazione della prova a carico dell’imputato.
Marta Criscuolo, vedova di Fabio Limido, ha dichiarato di non provare nulla guardando il genero accusato, definendolo “il nulla”. Si prepara invece alla vera prova che sarà il processo in corte d’Assise per omicidio e tentato omicidio aggravati. La situazione è tesa e carica di emozioni, in attesa degli sviluppi del procedimento giudiziario.

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