Il processo a Marco Manfrinati, imputato per stalking a Varese, ha avuto un momento di tensione durante la sua deposizione in video conferenza dal carcere di Busto Arsizio. L’imputato ha espresso il desiderio di essere sentito solo dopo l’esame di tutti i testimoni e ha manifestato la sua presenza inutile in aula. Dopo un consulto con il suo avvocato, il collegamento è stato interrotto e Manfrinati ha salutato la corte augurando una buona giornata.

Durante l’udienza sono stati ascoltati altri testimoni, tra cui la nonna di Lavinia Limido, che ha raccontato delle angosce vissute dalla famiglia a causa delle azioni di Manfrinati. Un amico di famiglia ha raccontato di aver sorvegliato gli incontri fra Lavinia, il marito e il figlio in un bar di Varese per paura di una reazione violenta da parte del marito.

Altre testimonianze hanno confermato la paura e la tensione vissute dalla famiglia Limido-Criscuolo a causa delle azioni di Manfrinati. L’avvocata che ha offerto assistenza a Lavinia durante la sua fuga ha raccontato della paura e del terrore vissuti dalla donna, che si spostava con una parrucca e uno spray al peperoncino per difendersi.

La prossima udienza è prevista per il 29 gennaio e l’avvocato di Manfrinati ha dichiarato che spesso a prevalere è la narrazione dei fatti, non i dati oggettivi che li qualificano. La vicenda continua ad essere complessa e coinvolgente, con testimonianze che confermano la gravità della situazione vissuta dalla famiglia Limido-Criscuolo.

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