Un’associazione mafiosa dedita a estorsioni, traffico di armi e droga, ricettazioni, usura, reati tributari e riciclaggio è finita nel mirino delle forze dell’ordine. La religiosa suor Anna Donelli è stata accusata di agire come tramite tra il clan ‘ndranghetista e i detenuti in carcere, trasmettendo ordini e istruzioni e ricevendo informazioni utili per pianificare strategie criminali. L’operazione congiunta della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ha portato a perquisizioni in diverse città italiane, con il sequestro di oltre 1,8 milioni di euro.
Suor Anna Donelli, conosciuta come “Collina”, è stata arrestata con l’accusa di essere a disposizione del clan ‘ndranghetista e di agire come intermediaria, sfruttando il suo incarico spirituale per avere accesso alle strutture penitenziarie e trasmettere ordini agli affiliati detenuti. Le indagini hanno permesso di scoprire che la religiosa avrebbe ricevuto informazioni utili per pianificare strategie criminali e avrebbe favorito lo scambio informativo tra detenuti e affiliati al di fuori del carcere.
L’operazione ha coinvolto diverse città italiane, tra cui Brescia, Reggio Calabria, Milano, Como, Lecco, Varese, Verona, Viterbo e Treviso. Gli arresti domiciliari sono stati disposti anche per Giovanni Acri, ex consigliere comunale di Brescia, e Mauro Galeazzi, ex assessore a Castel Mella. Le indagini hanno evidenziato legami tra il gruppo ‘ndranghetista e altre organizzazioni criminali nell’hinterland bresciano.
L’attività investigativa è partita nel settembre 2020 e ha portato alla luce l’operatività di un’associazione mafiosa di matrice ‘ndranghetista originaria di Sant’Eufemia d’Aspromonte, con legami alla cosca “Alvaro”. L’obiettivo dell’operazione è stato quello di smantellare l’organizzazione criminale attiva nel territorio bresciano e responsabile di diversi reati. La religiosa suor Anna Donelli è stata coinvolta per il suo presunto ruolo di collegamento tra il clan e i detenuti, utilizzando il suo incarico spirituale a fini criminali.