Il 6 febbraio del 2020 il treno Frecciarossa Milano-Salerno deragliò a Livraga, causando la morte dei due macchinisti e ferimenti a una decina di passeggeri. Dopo mesi di indagini, il pm Domenico Chiaro ha richiesto il rinvio a giudizio per 3 dirigenti e 2 operai nell’ambito del processo per il disastro ferroviario.

Tra coloro che dovranno rispondere delle loro azioni ci sono un program manager di Alstom, la ditta fiorentina che fabbricò e fornì ad Rfi un attuatore difettoso installato poche ore prima dell’incidente, un operaio interinale di Alstom, un operaio metalmeccanico di Alstom, il direttore della direzione di produzione di Rfi e il responsabile di produzione di Alstom.

Altri cinque sono stati esclusi dal procedimento, tra cui due alti dirigenti di Rfi e Alstom. Due operai e il loro responsabile della formazione ed aggiornamento avevano già scelto in precedenza il rito abbreviato e per loro la sentenza è attesa il prossimo 3 luglio.

L’attuatore difettoso, uscito dall’azienda fiorentina l’anno prima del disastro, ha causato l’incidente perché due fili erano invertiti all’interno. Nonostante diversi test, il treno Milano-Salerno “sviò” sul binario morto a quasi 300 chilometri orari. Il processo vuole risalire ben oltre all’ipotetica responsabilità dell’addetto che scambiò i fili, ma vuole capire chi doveva mettere in atto tutte le procedure per evitare il disastro.

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