L’ossessione per il gioco d’azzardo sembra non conoscere confini né limiti. Basterebbe fare una visita in una sala giochi per rendersene conto. Nulla è lasciato al caso, tutto è studiato nei minimi dettagli per attirare e trattenere i giocatori, anche quelli più vulnerabili. L’assenza di orologi, gli sgabelli progettati per ruotare verso lo schermo, le postazioni Vip che permettono di ordinare cibo e bevande senza interrompere la connessione con il gioco: tutto è pensato per creare una dipendenza sempre più forte.

Ci sono regole non scritte, un codice segreto noto solo ai giocatori più esperti, che permette loro di difendere la propria postazione con ferocia. Liti furibonde e scazzottate non sono rare in questi luoghi, dove la disperazione dei giocatori può portare a comportamenti estremi. Aneddoti di persone che perdono cifre ingenti in poche ore sono all’ordine del giorno, così come i tentativi di manomissione delle macchinette da parte dei giocatori più sfortunati.

Ma c’è anche chi cerca di aiutare questi giocatori disperati. La polizia locale, attraverso il nuovo Nucleo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico, cerca di intercettare il bisogno di aiuto di queste persone, accompagnandole verso un percorso di disintossicazione e cura. La prevenzione è fondamentale, così come le sanzioni per chi cerca di eludere i controlli e le tasse.

La dipendenza dal gioco d’azzardo non ha età né classe sociale: i giocatori patologici possono essere giovani o anziani, ricchi o poveri. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema e cercare di aiutare chi è caduto nella trappola del gioco d’azzardo. Solo così si potrà contrastare una piaga che sembra non conoscere confini.

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