Il Tribunale di Varese ha emesso la sentenza per la cosiddetta Banda Vasi, un gruppo criminale che ha compiuto diverse rapine al confine tra Canton Ticino e alto Varesotto più di dieci anni fa. La sentenza ha portato a tre condanne, sette assoluzioni e reati prescritti. Il pubblico ministero aveva chiesto oltre trent’anni di carcere per i dieci imputati accusati di rapina, furto, estorsione e minacce. Le difese hanno sostenuto la tesi del processo dei “non ricordo” a causa del tempo trascorso dai fatti attribuiti all’ex capo ultrà del Varese Calcio, Filadelfio Vasi e ai suoi sodali.

La sentenza ha condannato Filadelfio Vasi e un 46enne di Busto Arsizio a 7 anni e 7 mesi di carcere e 3mila euro di multa per i colpi messi a segno a un distributore di Arzio e ad una gioielleria di Cantello, e quello tentato ad un supermercato di Olgiate Olona. Le dichiarazioni di una donna vicina alla banda, che ha descritto il modus operandi degli imputati, sono state decisive per ricostruire le dinamiche dei fatti in chiave accusatoria. La donna ha descritto l’uso di parrucche, giubbotti catarifrangenti con la scritta “guardia di finanza”, fascette da elettricista per immobilizzare i dipendenti degli esercizi presi di mira nei raid, uno scooter e pistole con matricole abrase.

Le difese hanno sostenuto che le ipotesi accusatorie erano prive di consistenza e imprecisioni nella ricostruzione dei fatti. L’avvocato Corrado Viazzo, legale di Filadelfio Vasi, ha ribadito che alcuni testimoni fondamentali non sono stati sentiti a dibattimento e che non vi è prova che i membri della banda siano stati spinti da Vasi a commettere delle estorsioni per coprire le spese della sua carcerazione. Tuttavia, un altro membro della banda, un 40enne varesino, è stato condannato a 5 anni e 3 mesi per due estorsioni.

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