L’omicidio di Asso, avvenuto lo scorso 27 ottobre, ha portato oggi alla prima udienza presso il tribunale militare di Verona. Durante l’udienza, i familiari del comandante Doriano Furceri hanno chiesto che il ministero della Difesa venga indicato come responsabile civile del tragico evento. Infatti, il ministero è da considerarsi il “datore di lavoro” sia della vittima, il brigadiere Antonio Milia, che ha sparato al comandante, sia del carabiniere del gis ferito, ma anche degli ufficiali medici che hanno dichiarato Milia idoneo a tornare in servizio nonostante la chiara patologia rilevata dagli esperti.
Il perito del tribunale militare ha stabilito che Milia era incapace di intendere e volere al momento in cui ha sparato al comandante. Il giudice ha accolto la richiesta delle parti civili e ha deciso di aggiornare il processo al 12 settembre per notificare l’atto al ministro della Difesa. “Siamo soddisfatti perché chi ha dato l’idoneità deve essere considerato responsabile”, ha spiegato l’avvocato della difesa, Roberto Melchiorre. “Due famiglie dell’Arma sono state distrutte a causa di un crimine che poteva essere evitato”.
Nel frattempo, Milia è stato trasferito dal carcere a una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, al fine di ricevere le cure necessarie.