L’estate è finalmente arrivata e con essa la possibilità di immergersi nella natura rigogliosa delle malghe. In particolare, da luglio a settembre, è possibile ammirare i boschi dolomitici colorarsi di rosso e viola scuro grazie alle corniole. Queste bacche selvatiche, una volta raccolte, possono essere conservate nel vin brulè e utilizzate come dessert grazie al loro sapore acidulo e alle note aromatiche di giuggiole.
La signora della montagna, Eleonora “Noris” Cunaccia, è una delle più grandi esperte di foraging al mondo e dedica la sua vita alla raccolta di erbe spontanee. Questo antico sapere, tramandato da generazioni, è fondamentale per la sopravvivenza e per la cura del corpo. Grazie al suo lavoro, la cultura alimentare alpina è candidata a patrimonio immateriale dell’Unesco. Noris esplora la Val Rendena, spostandosi di malga in malga, per raccogliere erbe, radici e bacche seguendo le stagioni e i cicli della natura.
Seguire Noris per qualche ora significa avere accesso a un’enciclopedia vivente della natura e imparare a rispettarla. Infatti, secondo Noris, un forager deve essere in sinergia con l’ambiente circostante, lasciando le piante più belle così che possano riprodursi e facendo attenzione agli antagonisti. Vicino alle erbe buone, infatti, ci sono sempre quelle cattive che le assomigliano, un insegnamento prezioso sulle dinamiche della vita.
La gestione della baita del lago Nambino, a 1800 metri di altitudine nel Parco Naturale Adamello Brenta, è stata affidata a Noris per trasformarla in un centro di ricerca internazionale sulle erbe selvatiche. Qui, la signora della montagna studia e ricerca per poi condividere il suo sapere con gastronomi, naturalisti, agricoltori, botanici e con tutti coloro che hanno la fortuna di incontrarla.
Ma non è solo nelle malghe che si possono gustare le erbe selvatiche. Da marzo a fine settembre, seguendo ricette stagionali, è possibile assaporare tarassaco, silene, crescione, radicchio dell’orso, aglio della regina e pino mugo. Quest’ultimo, nonostante non abbia la maestosità di altri alberi come l’abete rosso, il cirmolo e il larice, è conosciuto dagli abitanti delle Alpi per le sue incredibili proprietà alimentari e salutari.
La scoperta delle erbe selvatiche e delle piante medicinali non si limita solo alle Dolomiti. A Lana, in Alto Adige, si può immergersi nel ricco patrimonio di erbe selvatiche e piante medicinali che si unisce alla flora mediterranea grazie al clima favorevole creato dalla barriera naturale del Gruppo di Tessa. Inoltre, a La Thuile, sul Colle del Piccolo San Bernardo, si trova Chanousia, un giardino botanico fondato nel 1897 dove è possibile ammirare alcune delle specie di piante alpine più belle e a rischio di estinzione.
Ma il benessere che si può ottenere dalla natura non si limita solo alle erbe selvatiche e alle piante medicinali. Il forest bath, una pratica importata dal Giappone, permette di godere dei benefici delle piante semplicemente stando in mezzo ai boschi e respirando l’aria fresca. Questa pratica ha dimostrato di avere effetti positivi sul corpo, come la riduzione dello stress, del colesterolo e della pressione sanguigna, e il rafforzamento del sistema immunitario. Inoltre, in alcuni luoghi, come il Parco del Respiro a Fai della Paganella, è possibile fare esperienze di forest bath certificate da organizzazioni che promuovono la gestione sostenibile delle foreste.
Infine, lungo le sponde dei fiumi di montagna, nelle giornate estive, si può trovare refrigerio o mettersi alla prova con il freddo delle acque. Questo è un modo per godere del benessere che le acque possono offrire e per sfidare se stessi. Sono tante le possibilità di vivere a contatto con la natura e di sfruttarne i benefici per il corpo e la mente. Basta solo avere la fortuna di incontrare persone come Noris Cunaccia e di lasciarsi guidare dalla loro conoscenza e passione.