La situazione delle carceri italiane è sempre più preoccupante. Attualmente, ci sono 51.429 posti disponibili, ma ben 3.000 di questi non sono utilizzabili. Il sovraffollamento dei penitenziari nel nostro Paese ha già superato il 110%, con un totale di 57.749 detenuti registrati a luglio. I casi più gravi si trovano in Puglia e in Lombardia, dove l’istituto penitenziario di Como, il Bassone, detiene il primato.

Secondo un’analisi condotta lo scorso febbraio dal coordinatore regionale Calogero Lo Presti della Funzione pubblica Cgil Polizia Penitenziaria, il sovraffollamento al Bassone ha raggiunto il 171% durante l’inverno del 2023, con 387 detenuti per 226 posti letto. Questa situazione genera disagio soprattutto per i detenuti stranieri, che rappresentano il 56% della popolazione carceraria di Como. Senza mediatori culturali, è estremamente difficile per loro interagire con il personale penitenziario. Da febbraio a oggi, il numero di detenuti a Como è ulteriormente aumentato, arrivando a 417, di cui 369 uomini e 48 donne.

Le condizioni di vita nelle carceri italiane hanno portato a un aumento dei suicidi, raggiungendo quota 85 solo nel 2022, stabilendo così un triste record nella storia del nostro Paese. A luglio 2023, i suicidi nelle carceri italiane sono stati 46, in linea con il 2022. L’età media dei detenuti che si sono suicidati nel 2022 era di 40 anni, con il più giovane che aveva 20 anni e il più anziano 71. La maggior parte dei suicidi avviene nei primi sei mesi di detenzione, e dieci di loro si sono suicidati entro le prime 24 ore dal loro arrivo in carcere.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha recentemente visitato la casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino il 12 agosto, sollevando l’argomento delle possibili soluzioni alla grave situazione delle carceri italiane. Una delle proposte è quella della “detenzione differenziata”, che consiste nello sviluppo di alternative al carcere. Nel caso di Como, ad esempio, solo 7 persone su 417 detenuti beneficiano di misure alternative al carcere. Secondo Nordio, le tradizionali pene alternative, come la semilibertà o gli arresti domiciliari, non sono sufficienti per colmare il divario tra la necessità di garantire la sicurezza dello Stato e il trattamento umano ed educativo dei detenuti.

Un’altra proposta del ministro della Giustizia è quella di espandere le strutture carcerarie. Tuttavia, Nordio ha sottolineato il costo elevato della costruzione di nuove carceri e le difficoltà legate a vincoli idrogeologici, architettonici e burocratici. La terza proposta di Nordio è quella di recuperare gli istituti penitenziari dismessi e utilizzarli per i detenuti condannati per reati a basso impatto sociale.

La capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, ha visitato il carcere del Bassone il giorno di Ferragosto. Durante la visita, ha evidenziato le varie problematiche che affliggono il carcere, come la presenza di molti detenuti tossicodipendenti, la carenza di personale, sia agenti che assistenti, e la mancanza di personale medico-sanitario ed educativo. Braga ha sottolineato la necessità di maggiori risorse per potenziare le misure alternative al carcere e per creare percorsi di reinserimento insieme ai territori. Ha anche criticato le promesse vuote fatte dal governo riguardo alle soluzioni per migliorare la situazione delle carceri italiane.

La situazione delle carceri italiane richiede un intervento urgente e risoluto. È fondamentale garantire la sicurezza dello Stato, ma è altrettanto importante trattare i detenuti in modo umano ed educativo. Speriamo che le proposte del ministro Nordio possano portare a risultati concreti e che il governo prenda sul serio la grave situazione delle carceri nel nostro Paese.

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