La fine delle vacanze estive: il giorno di Sant’Alessandro
Le due settimane di agosto sono ormai passate e molti di noi sono già tornati alla routine quotidiana. Alcuni hanno ancora qualche giorno di vacanza, altri hanno rimandato tutto a settembre. Tuttavia, c’è una data che segna simbolicamente la fine della pausa estiva: il 26 agosto, il giorno di Sant’Alessandro, patrono di Bergamo. La sua festa rende meno malinconico il cammino verso l’autunno.
Nonostante la nostra incessante operosità, a volte scopriamo che qualche giorno di pausa in un bel posto non è poi così male. In questo caso, il ritorno ci pesa un po’. Passare dalla pigra inattività alle fatiche del lavoro può essere traumatico, ma è solo un momento passeggero. Presto saremo di nuovo pienamente efficienti.
La vera fine dell’estate è rappresentata dalla festività di Sant’Alessandro, con la sua fiera, che per i bambini rappresentava una sorta di compensazione anticipata per l’arrivo della stagione fredda. Abituati ai declivi dei nostri territori, alle passeggiate nei boschi e all’aria fresca delle montagne, a volte la vita da spiaggia diventa insopportabile e non vediamo l’ora di vedere la sagoma inconfondibile di Città Alta.
C’è sempre qualcuno di noi che non si concede nemmeno una pausa. Purtroppo, non sempre è una conseguenza della nostra passione per il lavoro, ma a volte è semplicemente una questione di necessità.
Lo dicono quelli che sono già rientrati in ufficio e hanno constatato che i tempi di percorrenza per raggiungere il centro non sono ancora eccessivi. Peccato che non durerà molto.
È impagabile la soddisfazione di chi attende il rientro di tutti per partire a sua volta. Ha lavorato mentre gli altri riposavano, ma il mese di agosto non è famoso per l’attività frenetica delle aziende. C’è da pensarci.
Non manca chi si è trovato davvero bene e si lamenta per la scarsa durata della pausa estiva. Si augura quindi un improbabile prolungamento delle ferie e nel frattempo pensa già alla chiusura natalizia.
Chi invece non se l’è passata troppo bene, oppure quelli che amano alla follia il proprio lavoro, non vedevano l’ora di ritrovarsi nel loro habitat naturale. Almeno loro hanno visto esaudire i propri desideri.
Ovviamente, chi è rimasto a casa si è dato comunque da fare e in certi casi ha lavorato così tanto da vedere il rientro con sollievo. Che durerà poco perché, come sappiamo bene, a casa c’è sempre tanto da fare.