È morta Federica Pagani, la moglie di Pietro Raccagni, il macellaio di Pontoglio che la notte dell’8 luglio 2014 venne aggredito da 4 rapinatori albanesi nel garage della sua villa e fu ucciso. La donna, che è stata anche assessore nel suo paese, era conosciuta per la sua battaglia contro lo Stato, che aveva liquidato la morte del marito con una somma di soli 7200 euro.
Pagani aveva presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea, che nel 2020 le ha dato ragione, obbligando lo Stato a versare alla famiglia una cifra compresa tra 50 e 150 mila euro. Questa decisione ha riconosciuto l’ingiustizia della somma inizialmente stabilita e ha dato giustizia alla famiglia di Raccagni.
La morte del macellaio di Pontoglio è stata un evento drammatico che ha suscitato grande indignazione nella comunità locale. L’aggressione e l’omicidio hanno scosso profondamente i cittadini, che si sono mobilitati per chiedere giustizia e un risarcimento adeguato per la famiglia della vittima.
Federica Pagani ha dimostrato grande determinazione nel portare avanti la sua battaglia legale, nonostante le difficoltà e il dolore per la perdita del marito. Grazie alla sua tenacia e alla decisione della Corte di Giustizia Europea, la famiglia di Pietro Raccagni ha finalmente ottenuto un riconoscimento adeguato per il grave torto subito.
La morte di Federica Pagani rappresenta una grande perdita per la comunità di Pontoglio, che ha perso una donna coraggiosa e determinata. La sua lotta per la giustizia resterà un esempio di resilienza e determinazione per tutti coloro che si trovano a combattere per i propri diritti.
Ora, con la scomparsa di Federica Pagani, è importante che la comunità continui a sostenere la famiglia di Pietro Raccagni e a fare pressione affinché si faccia piena luce su questo tragico evento. È fondamentale che giustizia sia fatta e che i responsabili dell’aggressione e dell’omicidio vengano portati davanti alla legge.
La morte di Federica Pagani è un triste ricordo di un evento terribile, ma deve anche essere un monito per tutti noi a non arrenderci di fronte all’ingiustizia e a lottare per i nostri diritti. La sua battaglia ha dimostrato che, anche di fronte alle avversità, è possibile ottenere giustizia e fare la differenza.