Il Comune di Senago ha deciso di costituirsi parte civile nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il killer confesso di Giulia Tramontano. Tra i tre avvocati difensori che hanno presentato la loro candidatura, è stato scelto Antonio Ingroia, ex magistrato, politico e procuratore antimafia. Ingroia ha dichiarato di aver deciso di candidarsi perché considera l’iniziativa del Comune meritevole e di grande importanza, soprattutto considerando la diffusione dei femminicidi. Nonostante la sua fama mediatica possa aver contribuito alla scelta, Ingroia ha sottolineato che non ha alcun interesse personale o secondi fini, in quanto si tratta di un incarico pro bono. Il Comune di Senago, nonostante sia a guida centrodestra, ha scelto Ingroia per la sua competenza e per la volontà di difendere la sua onorabilità. Riguardo alla difesa, Ingroia ha dichiarato che si incontrerà con il “cliente” per organizzarla al meglio, ma ha anticipato che sarà un risarcimento simbolico per ribadire che Senago è una società sana e dalla parte giusta. Ingroia ha anche rivelato di avere uno studio legale a Limbiate, quindi sarà l’occasione per salutare il procuratore Marcello Viola, con cui ha lavorato a Palermo. Infine, Ingroia ha sottolineato che, nonostante la sua esperienza nella lotta alla mafia, si occupa anche di casi di femminicidio, come ad esempio il delitto di Alice Neri, di cui difende il marito. Riguardo al caso di Impagnatiello, Ingroia ritiene che la premeditazione sia evidente, anche se non ha ancora avuto accesso agli atti del processo. Sulla crudeltà del delitto, Ingroia ha sottolineato che il numero di coltellate potrebbe essere un elemento a sfavore dell’accusato, e ha affermato che l’ergastolo non si potrà evitare. Infine, riguardo all’ipotesi di duplice omicidio, Ingroia ha spiegato che il nostro ordinamento non la prevede, a meno che il feto non si stacchi dalla madre.

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