Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha affrontato il tema del divieto di ripopolamento dei coregoni nel lago di Garda durante la sua visita al comando della Guardia Costiera di Salò. Questa specie ittica ha ricevuto un netto rifiuto per la sua reintroduzione nel lago.

Il controllo della filiera ittica è uno dei compiti istituzionali della Guardia Costiera sul lago di Garda. Questa risorsa è estremamente importante dal punto di vista alimentare ed economico. Durante l’incontro con Salvini, il segretario della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa, ha espresso le sue perplessità riguardo a questa decisione, sottolineando che non ci sono prove scientifiche che possano giustificarla.

Il ministro Salvini si è dimostrato interessato a questa questione e ha promesso di cercare soluzioni per verificare se sia possibile rivedere questa decisione. Da tre anni, infatti, nel lago di Garda è stato vietato l’immissione di nuovi coregoni allevati presso l’incubatoio ittico di Desenzano. Prima di questo stop ministeriale, venivano fatti schiudere fino a 50 milioni di uova di coregone presso il centro ittico del basso lago. Questo pesce rappresenta l’80% del pescato complessivo del Garda da parte delle attività di pesca professionale, che al momento è in forte crisi. Da quando è stato vietato il ripopolamento dei coregoni, il pescato è già diminuito del 90%, con il rischio concreto di esaurire completamente questa risorsa nel giro di poche stagioni, a meno di ripensamenti da parte delle autorità competenti.

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