“Omicidio per abbandono: la tragica morte di Diana, la bambina di 18 mesi lasciata morire di stenti”

Il caso dell’omicidio di Diana, la piccola di soli 18 mesi lasciata morire di stenti, continua ad essere al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. Durante il processo, la sorella di Alessia Pifferi, l’imputata accusata dell’omicidio, ha rilasciato dichiarazioni forti e senza mezzi termini. “Lei si difende, per lei la colpa è sempre di qualcun altro, ma spero che sia davvero pentita di quello che ha fatto”, ha affermato Viviana, la sorella di Alessia.

Viviana non ha intenzione di riallacciare i rapporti con Alessia, e non perde una sola udienza del processo in cui è parte civile. Ha descritto la scena della bambina lasciata nel lettino come una bambola, e ha commentato le parole di Alessia durante l’interrogatorio, in cui ha spesso affermato di non ricordare alcuni dettagli cruciali. “L’amore di un figlio va oltre qualsiasi cosa, invece lei ha chiuso la porta e l’ha lasciata sola. Bastava una chiamata per salvare Diana, lei non ci ha neanche chiamato dopo”, ha concluso Viviana.

Dall’altra parte, Alessia Pifferi ha raccontato la sua versione dei fatti durante l’interrogatorio in aula. Ha ammesso di aver lasciato Diana da sola poche volte, per fare la spesa o per trascorrere del tempo con il suo compagno. Ha dichiarato di aver lasciato alla bambina due biberon di latte, due bottigliette d’acqua e del teuccio, e di essere preoccupata di lasciarla sola. Tuttavia, l’amore per il compagno ha avuto la meglio sull’amore per la figlia.

Il 14 luglio, Alessia ha lasciato Diana per andare dal suo allora fidanzato, dicendogli che la bambina era al mare con la sorella. Il giorno dopo, non è tornata a casa e non l’ha fatto fino al 20 luglio. Alessia ha spiegato di non avere i soldi per tornare a Milano e che l’intenzione era di rientrare l’indomani, tanto che ha lasciato la finestra aperta della camera. Ha confessato di aver avuto paura di chiedere al compagno di accompagnarla a casa dopo un litigio per un banale caffè. Ha dichiarato di voler tornare da sua figlia, ma di essere spaventata dalle reazioni del compagno.

Purtroppo, quando Alessia è tornata a casa il 20 luglio, era troppo tardi. Diana era morta di stenti nel suo lettino, accanto a un biberon che la madre aveva preparato. Alessia ha tentato di far ricadere la colpa sul compagno, affermando di non aver dato gocce di nessun genere alla figlia. Vicino alla culla è stata trovata una boccetta di ansiolitico, ma l’autopsia ha escluso il suo consumo. Alessia ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali a pagamento mentre la figlia era nel lettino e la porta era chiusa, per cercare di guadagnare soldi per regalare un giro in limousine al suo compagno e inviare foto della piccola, ma non per soldi.

Il processo continua e le prove si accumulano contro Alessia Pifferi. La tragica morte di Diana rimarrà per sempre un dolore immenso per la famiglia e un caso di abbandono che ha scosso l’opinione pubblica. Resta da vedere quale sarà la sentenza finale e se Alessia si pentirà davvero di ciò che ha fatto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui