Rodero: Ancora problemi di fornitura idrica, guasti individuati a Tibis, davanti alle poste e in centro.

Da domenica mattina l’acqua manca: nove ore e mezza per capire il motivo. Alle quattro del mattino di ieri, cinque tecnici di Como Acqua, il sindaco Giacomo Morelli e un alpino hanno trovato una perdita importante poco sotto la località Tibis, lungo la vecchia strada per Cagno; verso le 13, hanno scoperto un’altra perdita nel centro del paese, di fronte all’ufficio postale.

Quattro giorni fa, è stato riscontrato un guasto alla tubatura vicino al casello ferroviario, in valle, ma non è stato il motivo del mancato approvvigionamento idrico: i tecnici hanno ipotizzato che qualcosa stia rilasciando acqua altrove, tranne che negli impianti appropriati.

Il problema è che non si vede nulla in superficie, nessun rivolo, nessun allagamento e nemmeno dai rubinetti: Como Acqua ha inviato autobotti, la Protezione Civile ha distribuito bottiglie d’acqua minerale, ma le pompe non funzionavano mentre il paese veniva ispezionato in ogni angolo, idranti, pozzetti, tombini, terminali, nessun dettaglio è stato trascurato, nemmeno le segnalazioni dei cittadini e le testimonianze di ex amministratori e dipendenti comunali.

Como Acqua dispone di competenze e apparecchiature elettroniche, ma non sono state di aiuto: il rompicapo non aveva né capo né coda. E l’emergenza continuava, con un segno evidente: le docce della palestra comunale aperte per i cittadini che volevano lavarsi, disagi ormai insostenibili per le famiglie e le attività.

Fino a martedì sera, quando è stata presa una decisione drastica che, per quanto se ne sappia, ha un solo precedente a Valmorea negli anni ’70, quando ogni casa fu chiusa durante la notte: alle tre di notte, a Rodero, tutte le utenze sono state chiuse e si è svolto un sopralluogo notturno. Il sindaco ha raccolto documentazione sul passato recente e remoto della rete idrica; escluse altre aree, con Como Acqua è stata individuata la zona del vecchio sedime, tre utenze interessate, c’era umidità durante la notte, niente in superficie, ma sotto terra una tubatura vecchia di anni stava perdendo. Chiudendo la saracinesca prima dell’innesto, la situazione è immediatamente migliorata, il livello nell’acquedotto si è alzato, ma non ancora al massimo.

Inizialmente sembrava solo una questione di assestamento, ma alle cinque del mattino è sorto il sospetto: “C’è qualcos’altro”. Ma dove? Non c’è risalita d’acqua, non ci sono segni di fuoriuscita. Altre ispezioni sono state effettuate durante la mattinata, altre ipotesi sono state avanzate, ma alla fine, a mezzogiorno, c’è stata la scoperta, come direbbe Archimede: la terza perdita si trova nel centro del paese ed era al di sopra di ogni sospetto. Anzi, al di sotto: tutta l’acqua versata in modo improprio chissà dove è finita, chissà perché non ci sono stati segnali di anomalie. C’era anche chi aveva suggerito di esplorare oltre confine: l’acquedotto di Rodero serve tre o quattro famiglie ticinesi appena al di là del valico dismesso da decenni. In ogni caso, nel pomeriggio, sono intervenuti operai e ruspe nel paese, che poi si sposteranno sul prato della vecchia strada. I controlli continuano.

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