Costruire, edificare, fabbricare sono attività che appartengono al mondo animale e soprattutto umano. L’edilizia è sempre stata uno dei settori principali dell’economia lombarda e di quella saronnese. Nel passato, i “magütt” (manovali o garzoni dei muratori) erano molto presenti nel settore. Questi erano chiamati “maister” e in cima alla piramide gerarchica vi era il capomastro, l’impresario edile. All’inizio del Novecento, il settore edilizio prosperava grazie alla realizzazione di nuovi insediamenti industriali, case operaie e popolari, tecnologie innovative e edifici scolastici e abitazioni private.

Tra i capimastri operanti all’epoca a Saronno, ricordiamo Francesco Airaghi con il figlio Cesare, Francesco Bulgheroni e Carlo Losa. Alla fine del 1907, una commissione rappresentante gli interessi degli operai edili di Saronno inoltrò a capimastri e impresari un memoriale contenente alcune richieste per migliorare le condizioni lavorative e un elenco in bozza di “patti” regolanti i rapporti tra le due categorie. La Giunta Comunale si propose come “mediatrice” e si incaricò della redazione della bozza di convenzione tra la categoria datoriale e quella dei lavoratori l’ingegnere saronnese Cesare Brebbia.

Dalla bozza di convenzione, si evince che l’orario giornaliero di lavoro era di 8 ore nei mesi invernali e di 10 ore da aprile ad agosto. Vi erano due pause nella giornata, una per la colazione e una per il pranzo, di durata massima pari a due ore e mezza. La giornata lavorativa veniva distinta per ore e così pagate: muratori cent. 34, apprendisti cent. 25, badilanti cent. 25, manovali cent. 20, garzoni cent. 14. Inoltre, nei giorni di Giovedì e Sabato grassi, Sabato Santo e Vigilia di Natale, tanto l’operaio che il capomastro avranno diritto di far cessare il lavoro alle ore 14, contro pagamento delle ore effettivamente consumate nel lavoro.

Era previsto un aumento di paga oraria del 15% per “il lavoro nei pozzi neri preesistenti e canali sotterranei annessi (scarlighe), fognatura sotterranea in sede stradale di raccordo a case abitate, come pure per i lavori eseguiti su scale aeree tipo Porta”. Inoltre, nei lavori ove sono occupati almeno 25 operai, è obbligo del capomastro di tenere una cassetta di medicazioni per i primi soccorsi in caso di infortuni, e l’impresa procurerà di avere sul lavoro persona pratica per l’uso dei materiali contenuti nella cassetta di medicazioni.

In conclusione, l’edilizia è sempre stata un settore importante dell’economia saronnese e la bozza di convenzione tra la categoria datoriale e quella dei lavoratori redatta da Cesare Brebbia nel 1907, dimostra l’attenzione per le condizioni lavorative dei dipendenti del settore. La storia locale ci offre spunti interessanti per la comprensione dell’attualità e per la valorizzazione delle nostre radici. Buon Primo Maggio a tutti.

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