Milano, 22 ottobre 2023 – L’odore nauseante in casa, il viavai continuo tra il suo appartamento e quello della vicina di fronte, la signora Marta Di Nardo. Questi sono alcuni dei dettagli che hanno portato i carabinieri a sospettare di Domenico Livrieri, un uomo di quarantasei anni, fermato per l’omicidio della signora Di Nardo, sessantenne che nessuno aveva visto per almeno 15 giorni.

Decisivo per incriminarlo è stato il sopralluogo avvenuto venerdì nella sua casa, invasa da un odore disgustoso: prima le tracce di sangue ovunque, rilevate con il luminol dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano e della Compagnia Porta Monforte, e poi la scoperta del cadavere della donna, tagliato in due pezzi, nascosto sul soppalco della cucina dell’uomo, sopra una botola, avvolto in una coperta. I vigili del fuoco hanno recuperato i resti decomposti. Si ipotizza che l’omicidio risalga al 4 ottobre, l’ultimo giorno in cui il telefono della donna ha generato traffico. L’ultima telefonata è delle 8.28 di quel mercoledì ed è stata proprio Livrieri a chiamarla. “Non volevo, mi dispiace”, avrebbe ammesso l’uomo ieri notte, in alcune dichiarazioni spontanee, non messe a verbale, dicendo di aver colpito al collo la donna con un coltello da cucina, per poi smembrarla una volta uccisa. “Ho agito per soldi”, avrebbe detto.

Ora l’appartamento è sotto sequestro. I carabinieri hanno trovato anche il telefono di Marta, senza la scheda SIM, il suo libretto postale, il postamat e due carte di credito Postepay. È probabile che l’uomo, che ha diversi precedenti per rapina, furto, sequestro di persona e violenza sessuale, oltre a problemi di tossicodipendenza, volesse utilizzarli. Tuttavia, non è riuscito a pagare il taxi che aveva chiamato il 16 ottobre per andare a Malpensa. “Devo andare in Francia”, avrebbe spiegato al tassista, consegnandogli il suo telefono come pegno, dato che non aveva soldi. “Chiama mia sorella, lei ti pagherà per il viaggio”. Ma molto probabilmente voleva anche sbarazzarsi del cellulare.

Ora l’uomo è accusato di omicidio volontario, occultamento e vilipendio di cadavere. Sarà interrogato domani davanti al giudice Alessandra Di Fazio. Secondo il pm Leonardo Lesti, ci sono “gravi indizi di colpevolezza” contro Livrieri, che ha anche tentato di fuggire, recandosi all’aeroporto “probabilmente nel tentativo di lasciare il territorio nazionale, ma senza riuscirci a causa della mancanza di risorse finanziarie”. I soldi della vittima, che percepiva una magra pensione, potrebbero essere il movente dell’omicidio.

Il quarantaseienne, dopo aver ucciso, avrebbe trovato rifugio più volte nella casa di Marta, anche perché l’odore nel suo appartamento era diventato insopportabile. Avrebbe mangiato e dormito diverse volte nell’appartamento della signora. I vicini stessi hanno testimoniato di averlo visto spesso andare avanti e indietro. Ma se è evidente la presenza di tracce di cibo, le chiavi di casa di Di Nardo sono scomparse nel nulla: Livrieri potrebbe essersene sbarazzato prima della perquisizione. Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di “allontanamento volontario” presentata dal figlio della sessantenne il 17 ottobre presso la stazione dei carabinieri di Porta Monforte. Il primo accesso dei pompieri all’appartamento della donna risale allo stesso giorno, ma l’abitazione era chiusa dall’interno. In seguito, poche ore dopo, sono stati chiamati nuovamente perché era stata segnalata una luce accesa. Ma al loro arrivo, non c’era nessuno all’interno. Sia Di Nardo che Livrieri erano seguiti dal Centro di Salute Mentale per problemi psichiatrici e la donna era anche in cura per la ludopatia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui