27 ottobre 2022: sembrava una serata tranquilla di metà autunno, con le famiglie che si trovavano in un centro commerciale pronte per gli ultimi acquisti della giornata o per una serata al cinema. Ma all’improvviso, l’inferno. Un uomo ha accoltellato sei persone, uccidendone una e ferendone gravemente due, tra cui il calciatore del Monza, Pablo Mari, ad Assago nel centro commerciale Milanofiori.

Lo spagnolo sembra essere il più grave: “È in pericolo di vita” dicono le prime agenzie. Pablo si trovava al Carrefour di Assago con la moglie e il figlio piccolo che hanno assistito alla scena. È arrivato l’elicottero e lo ha trasportato direttamente in ospedale. Nel corso dei minuti, da codice rosso, è passato a codice giallo e si è salvato. Non è stato così per un dipendente del centro commerciale che è morto sul colpo, colpito a morte a coltellate dall’aggressore. L’uomo, Andrea Tombolini, è stato fermato con grande coraggio dall’ex calciatore del Monza Tarantino, che si trovava lì per caso.

L’aggressore, dopo un processo abbreviato, è stato condannato nelle scorse settimane a 19 anni e 4 mesi di reclusione. L’accusa nei confronti di Tombolini includeva omicidio, tentato omicidio e lesioni per aver accoltellato sei persone durante la terribile aggressione nel supermercato Carrefour. Oltre alla pena detentiva, il giudice ha stabilito una misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni dopo l’esecuzione della pena.

Per il padre della vittima, Luis Fernando Ruggieri, il dipendente del supermercato tragicamente ucciso durante l’attacco, il giudice ha stabilito un risarcimento provvisorio di 30mila euro a carico di Tombolini. Inoltre, provvisionali di risarcimento da 15mila euro sono state riconosciute alle persone vittime di tentato omicidio e lesioni, tra cui il calciatore del Monza Pablo Marì. Il calciatore, ferito nell’aggressione, ha dovuto affrontare un lungo percorso di recupero e riabilitazione prima di tornare a giocare con la sua squadra. Attualmente, Tombolini rimane in una comunità protetta in regime di arresti domiciliari, almeno fino a quando la sentenza non diventerà definitiva.

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