Sette persone sono state indagate per lesioni personali in seguito all’agguato avvenuto lo scorso ottobre ai supporter del Sant’Ilario di Nerviano. Gli incidenti sono avvenuti prima di una partita di terza categoria. Durante le perquisizioni domiciliari, è stato trovato anche il libro “Mein Kampf” di Hitler.

Le persone coinvolte negli scontri, avvenuti fuori dallo stadio Libero Ferrario di Parabiago, nell’hinterland di Milano, sono state identificate grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. Gli aggressori, appartenenti alla destra extraparlamentare milanese, avevano aggredito un gruppo di tifosi ospiti armati di bastoni e a mani nude. Alcuni di loro erano tatuati e uno indossava una felpa con il simbolo della Decima Flottiglia Mas.

Le perquisizioni domiciliari sono state eseguite venerdì mattina e, durante le operazioni, sono stati sequestrati anche i cellulari e i dispositivi informatici delle persone coinvolte. Si spera che questi strumenti possano fornire ulteriori informazioni sul motivo dell’agguato.

Tra gli otto perquisiti, quattro appartengono all’organizzazione Lealtà e Azione. Sette di loro sono indagati per lesioni personali aggravate dall’aver commesso il fatto travisati. Le età dei sette indagati vanno dai 17 ai 29 anni.

Questo episodio di violenza dimostra ancora una volta la presenza di gruppi estremisti e di ideologie radicali nel panorama calcistico italiano. È importante che le autorità competenti agiscano con fermezza per garantire la sicurezza e la tranquillità durante le partite di calcio, evitando scontri e violenze che mettono a rischio la vita delle persone.

È necessario anche un lavoro di prevenzione e sensibilizzazione per contrastare l’estremismo e l’odio all’interno delle tifoserie. Solo attraverso l’educazione e la promozione di valori di rispetto e fair play si potrà sperare in un cambiamento positivo nell’ambiente del calcio italiano.

È importante che i responsabili di questo agguato vengano puniti secondo la legge e che si faccia luce su eventuali collegamenti con altre organizzazioni estremiste. Solo così si potrà garantire la giustizia per le vittime e prevenire futuri episodi di violenza nel mondo dello sport.

In conclusione, è fondamentale che il calcio rimanga uno sport sano e divertente, un momento di aggregazione e di gioia per i tifosi. L’odio e la violenza non devono avere spazio negli stadi e nella società. Spetta a tutti noi, tifosi, autorità e istituzioni, lavorare insieme per costruire un ambiente calcistico migliore, basato su valori di rispetto, inclusione e fair play. Solo così potremo goderci il calcio nella sua vera essenza.

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