Nella mattinata di ieri, sabato 18 novembre 2023, alcuni attivisti di Ultima Generazione hanno organizzato un’azione di disobbedienza civile a Pavia per festeggiare la pensione del questore Alessio Cesareo, che lascerà il suo incarico il primo dicembre. Dieci cittadine e cittadini aderenti alla campagna Fondo Riparazione hanno effettuato una marcia lenta lungo Via Umberto Olevano, rallentando il traffico e dirigendosi verso la Questura.

Durante la manifestazione, i partecipanti hanno inscenato una festa di pensionamento ironica per Cesareo, portando trombette e regali. Un cittadino della campagna ha letto un diploma ironico rivolto al questore, evidenziando i presunti meriti e pregi del suo operato. Le forze dell’ordine sono intervenute poco prima delle 12 e hanno impedito ai manifestanti di bloccare il traffico in Viale della Repubblica, accompagnandoli poi in Questura intorno alle 12.20.

Gli attivisti hanno sottolineato di non essere contrari alla persona del questore, ma di protestare contro la sua presunta tendenza ad utilizzare il proprio potere per reprimere chi cerca di esprimersi sulla gestione della città. “Se agisco, è perché credo che ognuno di noi possa trovare il coraggio di costringere politici, dirigenti delle forze dell’ordine e magistratura ad ascoltarci invece di metterci in galera o farci rinchiudere in casa”, ha dichiarato Simone Ficicchia, uno dei manifestanti.

Ficicchia ha anche invitato alla solidarietà per la sua causa, poiché dovrà affrontare un processo per essersi incollato alla teca della “Primavera” di Botticelli durante una protesta a Firenze due estati fa. Ha invitato tutti coloro che sostengono il diritto di protesta a partecipare alla prima udienza del processo il 20 novembre alle 9:00 davanti al tribunale di Firenze.

Gli attivisti hanno sottolineato che, nonostante il pensionamento del questore Cesareo, il problema principale riguarda il governo che propone leggi per limitare il diritto di protesta. Hanno concluso affermando che il governo non va in pensione, ma anzi, rende le pene più severe invece di ascoltare le esigenze dei cittadini.

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