Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona, ha ricevuto la sentenza definitiva per il suo caso. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta un anno fa dalla Corte d’Appello di Brescia a 4 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione aggravata. La stessa pena era stata inflitta anche dal gup di Cremona il 5 novembre 2021, che aveva inoltre disposto l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la sospensione da tutte le cariche per 4 anni e mezzo. Questa pena accessoria diventa ora esecutiva con la sentenza della Suprema Corte.
Ieri a Roma si è svolta l’udienza sul caso. Il procuratore generale aveva chiesto un nuovo processo davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello per valutare il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni anziché quello di estorsione. Tuttavia, i giudici hanno accolto la richiesta degli avvocati della parte civile che avevano chiesto la conferma della condanna.
Voltini, processato con il rito abbreviato, aveva costretto due dipendenti del Consorzio Agrario, Paolo Ferrari e Ersilio Colombo, a dimettersi minacciandoli di rovinare la loro carriera e di portarli in tribunale per un presunto buco di 800 mila euro nelle casse del Consorzio Agrario. Voltini aveva impedito fisicamente ai dipendenti di uscire dalla stanza in cui erano stati convocati e di contattare il proprio avvocato. Li aveva costretti a firmare le dimissioni, violando i loro diritti e procurandosi il vantaggio ingiusto di liberarsi di persone non gradite senza pagare loro le indennità spettanti e senza risarcire il danno causato dai licenziamenti improvvisi.
Anche il coimputato Tullo Soregaroli, collaboratore di Voltini, ha ricevuto una condanna definitiva. Inizialmente condannato a 3 anni e 4 mesi, la pena gli era stata ridotta in Appello a 2 anni e 4 mesi.
Voltini era difeso dai professori Franco Coppi e Ciro Pellegrino, mentre Soregaroli dagli avvocati Francesca Coppi e Artemisia Lorusso.
La sentenza definitiva conferma quindi la colpevolezza di Voltini e Soregaroli e stabilisce la pena da scontare per i loro reati.