Un autoriparatore di origine marocchina di San Giuliano Milanese, di nome R.K., è attualmente sotto processo presso il tribunale di Lodi per il reato di “sostituzione di persona”. La vicenda ha avuto inizio quando due dipendenti della sua officina hanno ricevuto avvisi di recupero crediti per l’acquisto a rate di due costosi iPhone, i cui pagamenti erano stati interrotti dopo le prime rate. Si è scoperto che, utilizzando i loro documenti personali, compreso il codice fiscale, erano stati attivati due contratti di telefonia mobile con Tim, abbinati all’acquisto degli smartphone a rate mensili. I due lavoratori, anch’essi di origine nordafricana, hanno deciso di denunciare l’accaduto ai carabinieri, dando così il via alle indagini. Gli inquirenti hanno proceduto a verificare l’utilizzatore effettivo delle schede SIM e dei codici Imei dei dispositivi, arrivando a contestare al datore di lavoro dei due dipendenti il reato di aver utilizzato i loro documenti senza il loro consenso, sia per attivare le linee telefoniche, sia per ottenere i due costosi cellulari, senza preoccuparsi di pagare il debito, sicuro che non sarebbe ricaduto su di lui.
Durante l’udienza, l’accusa è stata modificata in truffa, reato che prevede una pena massima di tre anni, rispetto all’anno previsto inizialmente. Tuttavia, uno dei “derubati dell’identità” non si è ancora presentato in tribunale per fornire la sua testimonianza. Il processo è stato rinviato all’inizio dell’anno prossimo.