Una missiva inviata al Senato da un indirizzo email dell’imputato ha scatenato una situazione giudiziaria complessa. G.L., un uomo di 46 anni residente a Bergamo, era accusato di aver inviato una mail minacciosa all’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La missiva, inviata il 21 marzo 2022, conteneva un avvertimento riguardo alle dichiarazioni ostili nei confronti di Putin e della Russia. L’imputato ha sempre negato di aver inviato la mail, sostenendo che si trattasse di un hacker che si era introdotto nel suo account di posta elettronica. Non essendo stato possibile risalire all’autore effettivo, l’uomo ha denunciato il caso come sostituzione di persona.

Durante il processo, il pubblico ministero ha chiesto la condanna a un anno di reclusione per l’imputato, mentre l’avvocato di Di Maio si è costituito parte civile e ha annunciato che l’ex ministro avrebbe devoluto il risarcimento in beneficenza. Tuttavia, il giudice ha deciso per l’assoluzione dell’imputato, affermando che non vi erano prove sufficienti per dimostrare la sua colpevolezza.

Nonostante l’indirizzo email di partenza fosse effettivamente dell’imputato, la difesa ha sottolineato che la questura di Roma lo aveva indicato solo come ipotesi e che non era stata svolta una consulenza da parte di un esperto. Inoltre, la costituzione di parte civile di Di Maio ha suscitato dibattiti durante il processo, poiché nessuno si era fatto avanti per rappresentare il ministero.

Questa vicenda si è conclusa con l’assoluzione dell’imputato, che ha lasciato sorpreso sia lui che il suo avvocato. Nonostante la situazione complicata, l’uomo può finalmente tirare un sospiro di sollievo e tornare alla sua vita quotidiana.

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