A Barlassina si parla ancora di una tentata rapina a mano armata avvenuta l’antivigilia di Natale. Il proprietario della gioielleria di corso Milano, vittima dell’aggressione, ha raccontato la sua versione dei fatti. Il rapinatore, un uomo di 65 anni proveniente dalla Sicilia per lavorare come imbianchino ma attualmente disoccupato, ha cercato di giustificarsi dicendo che voleva fare un regalo alla moglie. Tuttavia, il gioielliere non vuole che si passi l’idea del poveretto costretto a rubare per vivere. “È stata una rapina come tante altre, ma non per questa motivazione meno devastante per la nostra attività, sia dal punto di vista economico che morale. Sono stato male per una settimana a causa dell’intossicazione e sul referto dell’ospedale c’è scritto avvelenamento”.

Il negozio è rimasto chiuso nei due giorni più importanti dell’anno, quelli per i quali ci preparavamo da mesi per soddisfare le ultime esigenze dei clienti alla ricerca di qualche regalo per Natale. “Sono stati giorni devastanti per noi”, racconta ancora il gioielliere.

Il tentativo di rapina è avvenuto il 23 dicembre e il malintenzionato è stato fermato dal titolare e da un parente. “Per fortuna in negozio in quel momento c’era mio cognato”, continua. “Il rapinatore si è avvicinato alla vetrina come un cliente qualsiasi, aveva solo un cappellino in testa, non aveva il volto coperto. Ho aperto e quando è entrato ha chiesto di vedere un braccialetto per il figlio. Poco dopo mi ha spruzzato in pieno volto la sostanza urticante. Abbiamo capito subito cosa stava succedendo e con tutte le nostre forze ci siamo buttati addosso, riuscendo a bloccarlo. In tasca aveva anche un taglierino”.

“Nonostante possa essere definito un disperato, io ho visto solo un rapinatore con cattive intenzioni”, conclude il gioielliere. “Abbiamo perso due giorni di lavoro, i più importanti dell’anno, e una settimana a ripulire il negozio da quella sostanza urticante. Oltre alla tranquillità di condurre un’attività senza venire rapinati”.

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