Nell’immagine si vede Paolo Orrigoni durante un’udienza del processo Mensa dei poveri.

GALLARATE – Sorgono dubbi sull’affidabilità di Pier Tonetti, l’imprenditore di Gallarate con cui l’ex proprietario di Tigros, Paolo Orrigoni, trattò la compravendita di un terreno in via Cadore a Gallarate, dove Orrigoni avrebbe voluto realizzare un nuovo supermercato.

Dubbi su Tonetti

La compravendita è finita al centro dell’inchiesta Mensa dei poveri per un presunto accordo corruttivo che ha visto Orrigoni completamente estraneo. Tanto che è stato assolto con formula ampia. La posizione di Tonetti, invece, è diversa. Egli ha patteggiato per quei fatti, ma nel corso del dibattimento non è risultato credibile nelle sue dichiarazioni accusatorie contro Orrigoni. Questo è scritto nel Tribunale di Milano nelle 654 pagine di motivazioni della sentenza di primo grado pronunciata il 2 ottobre scorso.

Incongruenze con Caianiello e Bilardo

I giudici, in sintesi, dubitano dell’autenticità delle dichiarazioni di Tonetti perché egli scarica la maggior parte della colpa su Orrigoni, ritagliandosi un ruolo molto più marginale. Non solo. Le affermazioni di Tonetti vanno in contrasto con quelle fatte dagli altri due protagonisti dell’episodio: Alberto Bilardo, all’epoca coordinatore cittadino di Forza Italia, e Nino Caianiello, il Ras dei berlusconiani in provincia di Varese. Al centro delle trattative ci sarebbe stata una tangente di 50.000 euro da versare a Caianiello affinché il Comune non mettesse ostacoli a un cambio di destinazione dell’area, in modo che il nuovo supermercato potesse essere costruito rapidamente. In realtà, il cambio di destinazione non era necessario: parte dell’area era già adibita a uso commerciale e idonea ad ospitare una struttura di media vendita. Inoltre, i 50.000 euro sono stati in realtà versati da Tonetti.

Partita a tre

I giudici scrivono: “È evidente l’inconciliabilità oggettiva delle dichiarazioni fatte in dibattimento da Piero Enrico Tonetti, Alberto Bilardo e Gioacchino Caianiello riguardo al coinvolgimento consapevole di Paolo Orrigoni nell’accordo relativo al pagamento della tangente: Tonetti ha dichiarato che tale accordo era stato siglato, in sua presenza, direttamente da Orrigoni e Bilardo; Bilardo, invece, ha negato di aver concordato la somma di 50.000 euro con Orrigoni, ma ha riferito che tale importo gli era stato indicato da Caianiello (il quale aveva aggiunto di aver parlato con l’imprenditore della quota a lui destinata) ed era stato comunicato a Tonetti, il quale aveva successivamente riportato la somma indicata nel contratto preliminare per “caricare” il costo sul compratore; Caianiello, infine, ha negato categoricamente qualsiasi accordo con Orrigoni e ha dichiarato di essere stato solo messo a conoscenza, da parte di Bilardo, dell’accordo raggiunto tra quest’ultimo e Piero Enrico Tonetti in relazione al pagamento di tale somma”.

Secondo i giudici, se c’è stato un accordo corruttivo, è stata una partita a tre che esclude la partecipazione di Orrigoni.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui