La Diocesi di Como ha confermato il proprio impegno nella tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, in seguito alla condanna in secondo grado di don Gabriele Martinelli. La vicenda riguarda il caso degli presunti abusi nel preseminario Pio X, collegato alla diocesi di Como tramite l’Opera don Folci che lo gestisce. Martinelli, ex seminarista della struttura e cresciuto a Lanzo Intelvi, è stato condannato a due anni e mezzo per il reato di corruzione di minore.

I fatti risalgono a più di dieci anni fa e sono stati segnalati da due ex chierichetti del Papa. Le denunce riguardavano presunti abusi sessuali da parte di un compagno che successivamente è stato ordinato prete a Como nel 2017. Le autorità ecclesiastiche avevano ritenuto le accuse infondate nel 2014, ma nel 2019 il caso è stato riaperto dal tribunale Vaticano. Adesso, la sentenza è stata ribaltata e il prete è stato riconosciuto colpevole.

La Corte d’Appello vaticana ha stabilito che Martinelli non può essere punito per i fatti avvenuti fino al 2 agosto 2008, in quanto minorenne. Riguardo al periodo successivo, è stato assolto dall’accusa di violenza carnale e atti di libidine per insufficienza di prove, ma è stato ritenuto colpevole di corruzione di minore. È stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione e a una multa di 1.000 euro. La richiesta di risarcimento danni presentata dalla parte civile è stata dichiarata inammissibile.

La Diocesi di Como ha collaborato attivamente durante tutto il processo, mettendo a disposizione del Promotore di Giustizia vaticano il fascicolo dell’indagine preliminare condotta dal Delegato vescovile. Il coinvolgimento di Mons. Enrico Radice, ex Rettore del Preseminario, è stato dichiarato inammissibile dalla Corte d’Appello vaticana il 8 novembre 2023.

La Magistratura vaticana e italiana stanno ancora procedendo nelle rispettive fasi di competenza e la Diocesi di Como conferma la propria fiducia nel loro operato. Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito a cercare la verità attraverso testimonianze e documenti. La Diocesi ribadisce la solidarietà e la vicinanza verso tutte le persone e le comunità ecclesiali che sono state pesantemente colpite da questa lunga e complessa vicenda umana e giudiziaria.

I due sacerdoti coinvolti sono ancora soggetti a misure cautelari canoniche, come la limitazione dell’esercizio del ministero e la sospensione da attività pastorali che coinvolgono minori e adulti vulnerabili. La Diocesi di Como conferma il proprio impegno nella tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, attraverso il Servizio dedicato istituito nel 2020, che offre accoglienza e ascolto.

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