Nell’ambito del caso dell’omicidio della piccola Diana, emerge una nuova svolta che coinvolge le psicologhe di San Vittore. Infatti, durante un colloquio intercettato lo scorso dicembre, Alessia Pifferi ha espresso la sua intenzione di dire molte cose contro il pubblico ministero. Queste parole hanno attirato l’attenzione dell’accusa che ha avviato un’indagine per falso e favoreggiamento nei confronti delle due psicologhe.
Secondo l’accusa, durante il colloquio, le psicologhe si sarebbero informate sullo stato della perizia psichiatrica che era in corso su Alessia Pifferi. Questa perizia era stata disposta dalla Corte d’Assise di Milano nel processo in cui la donna è imputata per l’omicidio della sua stessa figlia Diana, che aveva appena 18 mesi al momento della sua morte per stenti.
Questa nuova scoperta potrebbe avere delle conseguenze significative sul processo in corso. Infatti, se le psicologhe avessero effettivamente cercato di influenzare la perizia psichiatrica, potrebbe essere compromessa la sua validità e quindi la sua utilità come prova nel processo.
È importante sottolineare che, al momento, si tratta solo di accuse e che sarà il tribunale a valutare se ci sono elementi sufficienti per procedere con un’eventuale condanna. Tuttavia, questa vicenda mette in luce l’importanza di garantire la massima imparzialità e correttezza in tutti gli aspetti del processo giudiziario.
Nel frattempo, il caso dell’omicidio di Diana continua a suscitare grande indignazione e sconcerto nell’opinione pubblica. La morte di una così giovane bambina per cause così tragiche è un fatto che tocca profondamente tutti noi. È fondamentale che la giustizia sia fatta e che chiunque sia responsabile di questo terribile crimine venga punito secondo la legge.
Resta da vedere come si evolverà questa vicenda e quali saranno le conseguenze sul processo in corso. Nel frattempo, è importante che la giustizia faccia il suo corso e che si arrivi a una conclusione che sia equa e giusta per tutte le parti coinvolte.