Il 21 novembre 2023, Gabriele Marchesi è stato arrestato in base a un mandato di arresto europeo emesso dalla magistratura ungherese per gli stessi capi d’imputazione di cui è accusata Ilaria Salis. Il ragazzo è stato portato a San Vittore per gli accertamenti e successivamente messo agli arresti domiciliari. Cinque giorni dopo, la Corte d’Appello di Milano ha respinto l’estradizione e si è dichiarata “in attesa di ulteriori informazioni da parte ungherese”, sostenendo che c’è una “sproporzione tra la modestia dei fatti contestati e la gravità della sanzione prospettata”. Come ricorda il Comitato Italia Salis, in un’intervista a Repubblica del 20 dicembre scorso, Cuno Tarfusser ha commentato: “Ho salvato un italiano dal carcere. In Ungheria ci sono pochi diritti”. Il 23enne è accusato di lesioni nei confronti di alcuni esponenti dell’estrema destra durante una contro-manifestazione a Budapest, in concorso con Salis. Con il rifiuto della magistratura italiana, è stata inviata anche una lunga lista di richieste di chiarimenti a Budapest: dalle condizioni di detenzione allo spazio disponibile, dalla disciplina dei colloqui al trattamento nel penitenziario, oltre ai quesiti sulla magistratura e sulla disciplina del reato di tortura. Al momento, in merito al caso di Gabriele Marchesi, è arrivata solo una “risposta gravemente deficitaria rispetto alle domande dettagliate poste dalla Corte d’Appello”, in particolare sulle condizioni di detenzione nel Paese guidato da Viktor Orban. È Tarfusser a spiegarlo, che già in aula si è opposto alla consegna del 23enne e continuerà a “chiedere che Marchesi non vada in carcere in Ungheria”. L’udienza di Marchesi davanti alla Corte milanese è fissata per il prossimo 13 febbraio, mentre il ragazzo rimane agli arresti domiciliari.

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