Le infezioni urinarie sono un problema comune nelle donne, ma come si sviluppano e come possiamo prevenirle e trattarle? Il dottor Salvatore Scuzzarella, specialista del centro medico In Salus, ci spiega che l’anatomia dell’apparato uro-genitale femminile è in equilibrio tra una parte “sporca”, l’intestino, e una parte “pulita”, la vagina. Durante l’infanzia le infezioni sono rare e sono legate a cattive abitudini, come trattenere a lungo le urine, oppure legate a malformazioni congenite come il reflusso vescico-ureterale o la stenosi del giunto pielo-ureterale. La dinamica è sempre legata alla stasi urinaria che permette ai batteri patogeni di svilupparsi numerosi e quindi creare le basi per un’infezione. La cistite è una delle manifestazioni tipiche, causata dal batterio Escherichia Coli, presente nell’intestino, che alberga in vagina controllato dagli altri microrganismi non patogeni. Se l’Escherichia Coli riesce a penetrare gli strati superficiali della mucosa vescicale, si ha la sintomatologia della comunemente chiamata cistite. Con la menopausa viene meno l’equilibrio della flora vaginale con prevalenza della popolazione di EC quindi è frequente la presenza di numerosi batteri in vescica anche senza sintomi.

Per prevenire e curare le infezioni delle vie urinarie, il medico consiglia di non trattenere a lungo le urine, svolgere una regolare attività fisica, anche moderata, alimentarsi in modo bilanciato con una adeguata idratazione. Il primo episodio va curato in modo mirato grazie all’antibiogramma utilizzando il farmaco sensibile tenendo conto degli effetti collaterali, la terapia corretta dura dai 7 ai 14 giorni. Dopo 2 settimane dalla fine della terapia si esegue un’urinocoltura che se ancora positiva ma senza sintomi è meglio non utilizzare antibiotici ma integratori a base di mirtillo o altre sostanze naturali che rinforzano la capacità della mucosa vescicale di proteggersi. Gli esami che completano la diagnosi sono l’ecografia addominale, uroflussometria con residuo post minzionale, esame citologico delle urine su tre campioni. Di solito la terapia risulta efficace e si riesce a tornare ad una minzione normale senza sintomi. Nel caso della vescica iperattiva gli antibiotici non sono efficaci, l’acido ialuronico va a migliorare la componente elastica del viscere, ma quello che ha rivoluzionato i risultati negli ultimi anni è la terapia riabilitativa del piano pelvico e l’utilizzo della radiofrequenza endocavitaria a base di onde elettromagnetiche che riportano la vescica ad una normale contrazione e il ritorno ad una normale qualità della vita.

In conclusione, è importante conoscere i campanelli di allarme delle infezioni urinarie e prevenirle con uno stile di vita sano e una corretta igiene intima. In caso di sintomi, è consigliabile rivolgersi a uno specialista per una diagnosi accurata e una terapia mirata. Nella prossima puntata, il dott. Scuzzarella ci parlerà dei tumori renali.

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